giovedì 26 luglio 2012

Scene di vita quotidiana



Giusto per rendervi partecipi di alcuni momenti belli della mia vita.


Sul divano:
Diana ed Eva giocano insieme sul divano con alcune macchinine che le ho portato qualche ora prima.
Felicissime e sorridenti, che si cercano e si sorridono. Ad un certo punto chiedo
“Diana vuoi bene ad Eva?”
“Si”
“E alla mamma?”
“No”
“Nooo???”
Poi inclina la testa da un lato, accenna un sorriso malizioso e fa brillare quegli occhietti furbi e mi dice: ‘Un po’ si mamma! Ma anche a Papà!!!’

A cena:
Sole solette, decido che mangiamo in sala sul tavolinetto piccolo guardando Peppa Pig (tanto il papà non c’è, ci condiamo un po’ di libertà!)
Diana ed Eva mangiano tutta la pasta. Eva finisce prima ma ha ancora fame.
Facendo finta di nulla rubo con la forchetta un rigatone dal piatto di Diana. Lei mi guarda e mi sgrida! “ Mamma, non mi rubare la mia pasta!”
“Scusa amore, la volevo dare ad Eva, l’ha finita”
Lei quindi sorride e mi dice “allora va bene!” , si alza prende il suo piatto e mette metà della sua nel piatto della sorellina. Poi la guarda e le dice “ va bene Eva?”

La cacca:
Eva corre sulle scale e inizia a urlare ‘Mamma’ ‘Mamma’.
Esco dalla cucina, la guardo e le chiedo ‘Eva, che c’è?’
Punta il ditino al pannolone e dice sorridendo ‘Cacca!’
(Voleva che la portassi di sopra in bagno  a cambiarsi il pannolone!!)

Gli amici nello specchio e nel letto
Diana è da qualche giorno che parla e saluta i suoi 'amichetti' che sono nello specchio.
Ci parla proprio. Li saluta quando arriviamo e quando andiamo via.
E anche il piumone sul letto (che tiene nonstante il caldo per compagnia) è diventato il suo amico.
Questa mattina le porto il latte a letto e non voleva svegliarsi - mai che lo facesse il fine settimana!!!
Allora le ho detto che se non si svegliava, il lattuccio l'avrebbe bevuto il suo amico.
Lei mi guarda e mi fa: " Mamma, non è vero! Il mio amico non può bere il mio lattuccio!"
" E perchè no, amore?"
"Perchè non ha la bocca!"
(senza parole)

giovedì 19 luglio 2012

Chiavi di volta


A volte nella vita accadano cose che non ci piacciono, che ci fanno sorridere o che ci fanno arrabbiare.
Che rendono tristi o felici, che ci cambiano profondamente.
Spesso ci chiediamo il perché di queste cose, di questi eventi.
E spesso non abbiamo nessuna risposta.
E’ successo e basta, con le conseguenze del caso. Belle o brutte.

Ma forse ogni evento nella nostra ha un significato preciso.
Forse  fa parte di un disegno più grande.  
O forse semplicemente è così.

Forse se quella cosa non fosse capitata,  se quell’errore non l’avessimo commesso o avessimo preso un’altra decisione.
Forse oggi non saremmo quello che siamo con i nostri pregi e i nostri difetti,  con tutto quello che abbiamo costruito, con tutto quello che abbiamo distrutto.
Un po’ come Sliding doors.

Questi eventi (o meglio, quelli più importanti) sono le chiavi di volta della nostra vita.

La chiave di volta  è una pietra centrale che chiude un arco e che è fondamentale per la sua stabilità, e punto di svolta, momento topico di una situazione che può improvvisamente prendere una direzione inattesa.

Quindi, in senso figurato, sono quegli eventi che hanno dato una ‘sVolta’ a qualcosa in modo forte e drastico.


Ad esempio il fatto di aver conosciuto una persona o l’aver fatto un incidente o un’esperienza e questo ti ha cambiato la vita, sia in modo positivo che negativo, sia in modo voluto che casuale.

Ognuno di noi ha le sue chiavi di volta nella sua vita.
E per quanto questo periodo sia per me un po’ faticoso e cupo, sono contenta di essere dove sono e di essere chi sono.
E di aver vicino poche persone che mi apprezzano, ma sono quelle che contano. Che lo fanno in modo sincero. Che apprezzano anche i miei difetti.


“Nella tua vita niente avviene per caso.
Le persone e gli avvenimenti
che compaiono nella vostra vita
nascondono importanti motivi,
significati e spiegazioni.

Per questo sbagliamo quando pensiamo
che incontri e rapporti siano casuali:
tutto dipende da una forza potente
che ci collega e favorisce
determinate conoscenze e relazioni.”
(Ruediger Schache) ♥♥♥

lunedì 9 luglio 2012

Non vi lascerò vincere


Lo stress di una vita vissuta di corsa, sempre con i minuti contati, in continua competizione, manie di perfezionismo e controllo totale, e alla fine si crolla.
E’ un ombra subdola che ti colpisce appena abbassi un attimo la guardia.
Quando finalmente tu credi di esserne fuori, di avere di nuovo il controllo di te e della tua vita, abbassi le difese, ti rilassi e ripiombi di nuovo nel baratro.

Ti senti senza forze, brividi di paura incontrollata percorrono il corpo, senti di non avere le forze per reagire, ti senti soffocare e non riesci a reagire.
Sudore freddo poi caldo improvviso,  la mente che sembra staccarsi dal corpo. Non riesci a mangiare, gli odori ti nauseano, la testa gira.

E poi, poco alla volta finalmente riesci a recuperare a poco a poco il controllo di te stessa e ti rendi conto che è assurdo, che è solo una cosa mentale e non è possibile che abbia questo potere sul tuo fisico. Eppure succede.

Eppure succede.

E alla fine la cosa migliore è provare ad accettarli e aspettare che passino.
Cercare di dare la giusta importanza alle cose, capire che il prendersela troppo non porta a nulla. Non ne vale la pena.
Che a volte va bene anche se le cose non sono perfette.
Imparare ad apprezzare le cose che si hanno, cercare di fare il massimo ma senza arrivare al limite.
Non ne vale la pena.

Vale solo la pena di vivere sereni, perché io sono fortunata, ho una famiglia fantastica e non mi manca nulla.
E non lascerò a voi maledetti attacchi di panico di rovinami la vita.
Non ve lo lascerò fare!

giovedì 5 luglio 2012

All’improvviso ti accorgi che…




Ieri sera tornavo a casa giusto dopo essere passata a casa dalla baby sitter per recuperare le mie piccole.
Ci siamo messe in macchina e improvvisamente ho realizzato di quanto fossero cresciute, così all’improvviso, come se mi fossi svegliata tutto d'un tratto.
Lo so, il discorso potrebbe sembrare molto banale, ma è come se avessi fatto un scoperta.

Il motivo? Durante il tragitto in auto parlavo, anzi conversavo con Diana e lei parlava con me e giocava con la sorellina seduta nel seggiolino a fianco al suo, che la guardava divertita con il suo ciucciotto in bocca.

Solitamente il viaggio in macchina era solo cercare di arrivare veloci a casa per farle smettere di piangere e distrarle in qualche modo.

Ieri invece, Diana era seduta sul suo seggiolino ‘da grandi’, e mi raccontava la giornata e interagiva con me.
Non ripeteva cose a caso, ma esprimeva concetti, commentava il paesaggio e insegnava alla sorellina dov’è il cielo.
Inoltre quando la piccola si lamentava, lei la tranquillizzava dicendole: “Eva, non piangere. Io sono qui. La mamma sta guidando, stiamo andando a casa.”

Non avete idee di quali emozioni si provano (o forse si, chissà), ma io mi sono quasi commossa a vederle così insieme.

Fino a pochi giorni fa la piccoletta neppure camminava, adesso corre per tutta casa sogghignando furbetta mente ruba le maglie dai cassetti o i giochini alla sorella e frana per terra  inciampandoci sopra, poi si rialza indispettita, ti guarda dritta in faccia, china la testa da un lato e inizia a sorridere maliziosa.
A tavola Eva inizia a voler mangiare da sola mentre lancia tutto per terra e la sua sorellina le raccoglie pazientemente la forchetta e mi aiuta a farla mangiare.
Adesso iniziano a giocare insieme e a cercarsi sempre.
La piccolina appena sveglia la mattina chiama ‘Nana, Nana’- il suo modo per chiamare Diana, e va spedita nella cameretta della sorella a svegliarla.
Diana invece alterna momenti di insofferenza totale verso la piccola teppista tirandole i capelli, spintonandola o dicendole ‘brutta’ a momenti di amore assoluto abbracciandola e coccolandola.

Insomma, sembra ieri che Eva era appena nata e Diana aveva poco meno di 2 anni ancora con il pannolone, ad oggi con così tanti piccoli grandi progressi.