lunedì 22 aprile 2013

Eccessiva timidezza


Ieri siamo stati alla festa di compleanno di due  amichetti di Diana: Davide e Michela.
Due bambini che conosce da quando sono nati, due bambini solari, allegri e vivaci.

E purtroppo, la cosa che ho notato è la differenza che c’è tra Diana e gli altri bambini.
Diana sembra non integrarsi con gli altri. Diana ha sempre uno sguardo malinconico e intimorito negli occhi. Non fa un passo se non ci sono io, la mamma.

Tutti i bambini giocavano, sorridevano, correvano.
Ovvio, chi più, chi meno, ma comunque interagivano

Ma Diana no. Non senza avere la mamma attaccata a lei.

Se io mi spostavo di qualche passo, tornava a cercarmi.

La malinconia nello sguardo è la cosa che più mi intristisce, è come se fosse un pesce fuor d’acqua.
Non so spiegarlo, ma l’ho proprio vista a disagio.

Solo verso la fine della festa ha iniziato un po’ ad integrarsi, ma sempre in seconda fila. Sempre defilata.

Ci sta la timidezza in un bambino, ma vedere tutti i bambini giocare, rincorrersi, magari piangere e litigare e vedere lei, sempre un passo indietro, sempre titubante, sempre timorosa mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca.

Perché Diana non socializza? Perché vive sempre questo disagio?

E’ davvero colpa mia? L’ho viziata troppa? L’ho protetta troppo?
Però, se è tutta colpa mia, allora perché Eva (la sorellina) non è così? Perché lei è sempre allegra e indipendente?

Anche la maestra di Diana mi ha detto che, a livello cognitivo non ha probelmi. Anzi, a volte è pure troppo. Scrive, riconosce le lettere e numeri, disegna bene, etc.
Ma a livello di socializzazione e indipendenza, siamo indietro.
E parlando d’indipenza non è che non sia capace, ma non vuole farlo.
Sa mangiare, sa vestirsi (se vuole veste anche la sorella), sa fare tutto, ma se non le va o se si annoia, non lo fa.
Diana non ama andare all’asilo. Dice che si annoia e se non le va di fare il lavoro che le viene proposto non lo fa oppure lo fa, ma con i suoi tempi. Non si alza a prendere il materiale che le serve per fare il lavoretto. Se non ne ha voglia, aspetta che qualcuno si alzi per lei e glielo porti.
E’ possibile che anche alla materna non trova gli stimoli corretti?

Cosa posso fare per aiutarla?
Si accettano consigli…

mercoledì 17 aprile 2013

L'amore dei nonni


Oggi riflettevo.
Qualche giorno io sono stata male, molto male. E purtroppo non ero in grado di prendermi cura delle mie bimbe. Mio marito non c’era.
Ma c’erano i nonni.

I nonni materni, che abitano lontano, che abitano al mare.
I nonni, che appena ho detto loro che stavo male, hanno preso la macchina e sono venuti su ‘al Nord’.
I nonni, che stavano male pure loro.
I nonni, che non sono abituati a gestire le bimbe a tempo pieno.
La nonna che non sta benissimo, il nonno diciamo …un po’ impacciato.

Eppure, l’amore dei nonni è speciale.

Io all’ospedale e le bimbe con i nonni.
Prima di farmi portare via in ambulanza ho fatto promettere ai miei di prendersi cura delle piccole, e così hanno fatto.
Hanno fatto tutto quello che potevano fare.
Hanno tirato fuori tutto l’amore che un nonno e una nonna possono dare ai loro nipoti.

E non mi scorderò mai, quando, dimessa dall’ospedale, mio marito mio viene a prendere e mi porta a casa.
Trovo mia madre ancora sveglia ad aspettarci ma non vedo le bimbe.

Salgo in camere e la piccola già dormiva nel suo letto.
E in camera mia vedo mio babbo accasciato in terra con la testa appoggiata sul mio letto che dorme tenendo la mano a Diana.

Non dimenticherò mai questa scena.

L’amore dei nonni va al di là di qualsiasi cosa. Puoi anche vedere i tuoi nipoti una volta all’anno, puoi perdere la pazienza con loro, possiamo discutere, ma  i nonni, sono un bene preziosissimo!

martedì 16 aprile 2013

Traguardi! Pannolone e Dentini



Eccoci qui, finalmente abbiamo raggiunto anche questi traguardi:
  • Eva senza pannolone
  • …e ci laviamo i dentini da sole!


Allora, per il pannolone, devo dire che Eva è stata bravissima!

Da qualche giorno/settimana,  ormai, è completamente senza pannolino

e da questa sera, proviamo a toglierlo anche la notte.
Speriamo di non trovare sorprese domani mattina!

Niente vasino o riduttore, solo gabinetto. E pochi ‘incidenti’ di percorso…al momento!

E anche i dentini, finalmente!
O meglio finalmente Diana ha imparato a lavarli con il dentifricio e a sputare l’acqua.
Fin’ora facevamo o un lavaggio ‘a secco’ oppure …se la beveva!
Si, lo ammetto, forse per i dentini ce ne abbiamo di tempo, però finalmente adesso facciamo anche questo.

La sera, dopo cena,  Diana e la sorellina salgono in bagno, prendono i loro spazzolini luccicanti, un po’ di dentifricio alla fragola, una bella spazzolata e si sciacqua! (Ok, Eva ancora se la beve!)

Però sono piccoli grandi traguardi raggiunti dalle mie topoline!

domenica 14 aprile 2013

Senza fine



Che dire. E pensavo che ad aprile pensavo fossimo fuori dai malanni di stagione.
Ma a quanto pare mi sbagliavo, oh.. quanto mi sbagliavo!

Mercoledì mi chiamano che Diana sta male, il giovedì andiamo dalla pediatra e il responso:
otite media, faringite acuta, linfodo collo infiammati.
E va beh, diamo il solito antibiotico.

Il venerdì è ovvio, è il turno di Eva. Torniamo dalla pediatra. Bronchite.
E va beh, diamo il solito antibiotico.

Il sabato sono stanca, la domenica sono a pezzi. Mi fanno male le ossa. Arriva la febbre anche a me.
E va beh, un po’ di influenza.

Il lunedì sto a letto stroncata dalla febbre. La gola inizia a gonfiarsi, fatico a deglutire, sto male.
Il martedì vado dal medico: faringite acuta.
E va beh, prendo anch’io il solito antibiotico.

Il mercoledì sera inizio ad avere dolore forte all’orecchio, un dolore ingestibile.

Il giovedì torno dal medico: otite!
E va beh, aggiungo antidolorifici!

La notte giovedì su venerdì, la situazione riesce  a peggiorare ancora (ce ne vuole, ma qui ci impegniamo).
Alle 2 di notte inizia la mia gastroententerite acuta (che mi porta due volte in ospedale con flebo per idratarmi e calmare i conati di vomito).

Insomma.  Il venerdì sera alle 23.30 finalmente mi rimandano a casa. Senza forze, distrutta.
Non posso mangiare.

Nel frattempo Massy torna da Roma, i miei genitori esausti (erano saliti per dare una mano, e per fortuna che c’erano almeno loro!!! Che ci hanno assistito nonostante fossero influenzati anche loro).

E a questo punto…uno dice, ok, peggio non può andare giusto?

Il sabato cerco di riprendere lentamente le forze, finalmente sembra che la situazioni migliori….e la notte tra sabato e domenica…Diana vomita qualsiasi cosa!! Prima sul suo letto, poi su di noi, poi sul nostro.

Ok! Adesso qualcuno mi deve dire chi mi ha fatto la Makumba! Per farvore, qualcuno me lo dica!

PS: A questo si aggiunge che da mercoledì mio suocero è ricoverato in ospedale.

Può bastare???

...no, anche il marito con la febbre!

martedì 2 aprile 2013

Un esempio per tutte?



La storia di una donna che ha fatto carriera in Xerox.
Una donna vincente.
Una donna che ha conciliato carriera e vita privata.
Una che ce l’ha fatta.

Una donna/mamma che alla domanda “Come ho fatto a conciliare gli impegni di lavoro con la famiglia?” risponde:

Duro lavoro, un timing perfetto in un gruppo flessibile per vocazione e la fortuna di avere un marito di 20 anni più grande di me che si è potuto occupare più da vicino durante il periodo dell’adolescenza dei nostri due figli».

Una donna che ci vuole dare un consiglio:
 “Un consiglio alle donne?
«Smettete di sentirvi colpevoli per il fatto di non partecipare a tutte le recite scolastiche dei vostri figli. A parte che non sono così interessanti, imparate a essere realiste e ad avere aspettative realistiche».”

Mah…
Questa è davvero una donna vincente?
Questo è la donna a cui io come donna-madre dovrei ispirarmi?

Oppure semplicemente è una donna che ha dovuto adattarsi a questa società?
Premesso che ha avuto in primis la fortuna di avere una padre che poteva seguire i figli. Fortuna non comune.
Questo al giorno d’oggi è un miraggio, visto che si lavora entrambi e con orari non proprio conciliabili con la famiglia.
Noi abbiamo solo la possibilità di affidarci alle baby sitter e farli crescere da loro…
…noi comuni mortali!
 Sempre che vogliamo mantenerci un lavoro per poterli crescere!!!

E poi?  E poi leggo il consiglio che da a noi donne…e resto basita.

Lei è una donna vincente? Siamo sicure?

Alla fine non è la società che si è adattata alle sue esigenze di mamma, ma è lei che ha si è adattata a questa società che ha rinunciato alla conciliazione con la vita famigliare.

Forse le recite dei nostri figli non saranno effettivamente così interessanti, però il sorriso che aveva mia figlia lo scorso anno quando mi ha visto arrivare non ha prezzo!
Non aveva nessuna parte fondamentale, la recita era banale, ma lei era felice di vedere la sua mamma tra il pubblico.

Non so quali siano  le aspettative realistiche di questa donna (visto che consiglia a noi donne di averle), ma anche le mie aspettative sono realistiche, o almeno lo sono per me.
Per me le miei figlie vengono prima di tutto, prima di tutto.

Boh, forse io non sarò mai una vincente.
Già riununicio a molto per tenermi il lavoro. Non le posso portare a fare sport, non le posso portare al parco con gli amici in settiman, non posso giocare con loro al pomeriggio.
Ma almeno una recita due volte all’anno, almeno quello, potrò provare ad andarci?
Io continuerò a combattere per riuscire ad andare alle recite delle mie bimbe, almeno a quelle…