lunedì 28 settembre 2015

La vita è una ruota...



Si sa
la vita è una ruota. 
E prima o poi si invecchia. 
E si ritorna bambini.
E si ha bisogno di cure.
E come i bambini, si fanno i capricci.

E sta quindi ai figli prendersi cura di loro.
Loro ci hanno cresciuto e questo è il minimo.

E non ci si prende cura di loro solo quando possiamo trarne noi un vantaggio.
Non ci si prende cura di loro solo quando loro ti curano i figli, o ti fanno da mangiare, o ti fanno da baby sitter, o ti rimboccano le coperte, o fanno i nonni full time.

Perché molti nonni fanno questo. 

E non lo fanno perché vogliono qualcosa in cambio.
Lo fanno perché il loro è un amore incondizionato.

E quando invece sono loro ad aver bisogno...che tristezza vedere che un figlio o una figlia se ne lava le mani. 

Sentirti dire "io a loro non devo nulla, io ho la mia vita!"
E molto altro.

Si può chiamare figlia una persona così?
Si può rimanere basiti a vedere una persona che non poteva fare a meno di loro finché ne traeva vantaggio e adesso ... quasi abbandonarli?

Fanno male queste cose.

Io sono sempre stata un po' fredda con i rapporti parentali, lo ammetto.

Ma sono certa che ne io, né mio fratello, MAI abbandoneremo i nostri genitori. Mai.

Ne sono certa..  e ora, non abbandoneremo neppure loro.

giovedì 10 settembre 2015

Il mio piccolo piangione!

Ebbene si, ogni figlio è a se, ogni figlio è una nuova esperienza pronto ad insegnarti qualcosa e farti vivere nuove emozioni.

E questa volta parliamo un po dell'ultimo arrivato, del pascià di casa, di Ettore.

Ecco appunto. Ettore.
Il suo papà da quando è nato lo ha definito un ... va beh, sorvoliamo!

Qual è il punto? Piange.
Beh, tutti i bambini piangono, no?
Ne ho già avuti due prima di lui, sarò abituata al pianto di un bambino.
No. Non così.

Ettore piange.
Piange. Piange.

Fa capricci, strilla, si dimena, urla e piange.
Piange e non dorme.
Si arrabbia, si innervosisce e piange.

Ettore piange.
E non per dolore.
Piange... forse per noia?
Piange perché non riesce ad esprimersi.
Piange perché lo lascio in terra, piange perché lo tengo braccio.
Piange perché gli faccio il bagno.
Piange perché lo metto in macchina.
Piange perché gli do da mangiare.
Piange perché vuole prendere l'aspirapolvere.
Piange perché non riesce a sollevare l'aspirapolvere.
Piange perché non riesce ad afferrare qualcosa.

E questo solo in casa.
Basta portarlo fuori nel passeggino e non ha più nulla.

Ma non posso certo stare sempre a passeggio dalla mattina alla sera.

Quando era piccolo, la gente diceva 'sono le colichette'.
Poi il turno dei 'dentini'.
Ora perchè non riesce ad esprimersi, e così via.

... di fatto piange e non dorme.

Tempo fa, mi avessero detto 'il mio bimbo piange troppo' avrei risposto 'anche le mie'.
Ora invece ho capito cosa vuol dire 'piange troppo'.
Ora, se le confronto con le sorelle, devo dire che le altre non piangevano affatto.
O meglio, piangevano ma come due bimbe normali.

Diana, avrà avuto i suoi difetti, troppo mammona, troppo attaccata a me. Ma bastava che la prendessi in braccio o la mettessi al seno, e tutto passava.
Magari non potevo fare nulla senza di lei, ma almeno, con lei in braccio, non piangeva.
Si calmava.

Eva, l'opposto. Non voleva stare in braccio. Neppure per dormire o per il latte.
A lei bastava metterla giù e darle qualcosa da smontare o distruggere e lei si distraeva.
Ecco con lei ...mi dovevo preoccupare quando non la sentivo perchè sicuramente mi stava combinando qualche danno.

Ma Ettore no.
Non si calma in braccio.
Non si calma in terra.
Non mi posso allontanare. Se gli dico dico o non gli do quello che lui indica o pretende, sono pianti.
Piange e si dimena come un serpentello.
Sguscia via, si butta per terra.
E anche se lo accontento si calma per un minuto e poi cambia il suo interessa e ricomincia a piangere.

E se si addormenta? Si sveglia strillando.

Forse non sbaglia quando il suo papà lo definisce un ... (sorvoliamo ancora!).

E proprio oggi, mentre aspettavamo che il papà uscisse da un piccolo intervento, quando lui stava per salutarlo nel solito modo,  il piccolo Ettore l'ha guardato e per la prima volta ha esclamato a gran voce: PAPA'!!!

Bello il mio topo piangione!




PS: Questo post non è una ricerca di soluzioni. Non voglio gocce miracolose, il bimbo non è malato, non voglio consigli. E' così e mi sta benissimo così :)
E' solo uno sfogo simpatico!

venerdì 4 settembre 2015

Come posso aiutarti, piccola principessa?




Tra pochi giorni ricomincerà la scuola.
La mia principessa ormai inizierà la seconda elementare.

Ricordo che quando ero bambina io ero già frenetica ed eccitata.

A me piaceva la scuola, l'odore dei libri, le matite nuove.
Era come andare in vacanza di nuovo.

E anche i compiti delle vacanze, mi divertivano. 
Li facevo come fossero un gioco.

E ho sempre pensato che quando avrei avuto dei figli mi sarei divertita un mondo a farli con loro.

Ma si sa, dalle aspettative alla realtà c'è sempre un margine d'errore che può essere più o meno grande.
E così è stato.

Non che non sia divertente fare i compiti con lei, ma è faticoso.

Il primo anno di scuola è passato tra difficoltà più o meno evidenti, alternando periodi di entusiasmo a perdio di di apatia totale.
Dopo un primo periodo di freneticità ed ebrezza, siamo passati ad un periodo di noia e svogliatezza. 
Poco interessa, poca voglia.

Inizialmente ho pensato che non le piacessero i lavori ripetitivi (non so se vi ricordate in prima quanto posso essere noioso fare righe e righe di lettere uguali!), ma è il suo compito, doveva farli.

Ma anche finiti questi doveri, anche quando la materia si è un po sviluppata verso attività più interessanti ed impegnative, non è che siano riusciti a catturare molto il suo interesse.

Passa ora a guardare dalla finestre o guardarsi i capelli, incantata nel suo mondo a riflettere su non so cosa.

Siamo riusciti anche a prendere una nota in prima elementare perché dopo oltre due ore si è rifiutata di fare il compito assegnatole.
O meglio, non è che si è rifiutata facendo scenate.. non l'ha fatto.
E' stata seduta con la matita in mando contemplandola in ogni suo aspetto con il foglio stropicciato di fronte a lei.

E se le chiedi perchè?
Sempre quella odiosa risposta... "Non lo so... ".

Durante tutto l'anno si è rifiutata di copiare dalla lavagna.
E se le chiedi perchè?
Sempre quella odiosa risposta... "Non lo so... ".

Con un po' d'insistenza è arrivata a dirmi che le si confondono le righe, ma dalla visita oculista non è emerso nulla.

E questa estate la tortura è continuata con i compiti delle vacanze.
Se la pagina le piaceva, pochi minuti.
Se la pagine non le andava, tragedie. Spesso abbandonavo io sfinita dopo inutili e ripetute scenate.
Ho provato con le buone, con il premio, con la sfida, con la punizione. Nulla.

Ieri alla fine ho insistito per farle fare una pagina d'Italiano.
Ormai gliene mancano poche per finire quel libro.
Tre ore per convincerla ad iniziare. Pianti e urla. Scenate isteriche.
"Non voglio leggere, non mi piace leggere!"

E alla fine, dopo tre ore e varie insistenze, sedendomi con lei, in 15 minuti l'ha fatta.

Ma come fare a farle apprezzare la lettura?
Come fare a farle capire i suoi dovere?
Come fare a farla scendere sulla terra e uscire ogni tanto dal suo mondo fatato?

Non voglio farle odiare la scuola.
Non voglio trasformare i compiti in una tortura.

Piccola principessa sensibile, come posso aiutarti?
A pochi giorni dal nuovo inizio... come posso aiutarti?