Ebbene si, ogni figlio è a se, ogni figlio è una nuova esperienza pronto ad insegnarti qualcosa e farti vivere nuove emozioni.
E questa volta parliamo un po dell'ultimo arrivato, del pascià di casa, di Ettore.
Ecco appunto. Ettore.
Il suo papà da quando è nato lo ha definito un ... va beh, sorvoliamo!
Qual è il punto? Piange.
Beh, tutti i bambini piangono, no?
Ne ho già avuti due prima di lui, sarò abituata al pianto di un bambino.
No. Non così.
Ettore piange.
Piange. Piange.
Fa capricci, strilla, si dimena, urla e piange.
Piange e non dorme.
Si arrabbia, si innervosisce e piange.
Ettore piange.
E non per dolore.
Piange... forse per noia?
Piange perché non riesce ad esprimersi.
Piange perché lo lascio in terra, piange perché lo tengo braccio.
Piange perché gli faccio il bagno.
Piange perché lo metto in macchina.
Piange perché gli do da mangiare.
Piange perché vuole prendere l'aspirapolvere.
Piange perché non riesce a sollevare l'aspirapolvere.
Piange perché non riesce ad afferrare qualcosa.
E questo solo in casa.
Basta portarlo fuori nel passeggino e non ha più nulla.
Ma non posso certo stare sempre a passeggio dalla mattina alla sera.
Quando era piccolo, la gente diceva 'sono le colichette'.
Poi il turno dei 'dentini'.
Ora perchè non riesce ad esprimersi, e così via.
... di fatto piange e non dorme.
Tempo fa, mi avessero detto 'il mio bimbo piange troppo' avrei risposto 'anche le mie'.
Ora invece ho capito cosa vuol dire 'piange troppo'.
Ora, se le confronto con le sorelle, devo dire che le altre non piangevano affatto.
O meglio, piangevano ma come due bimbe normali.
Diana, avrà avuto i suoi difetti, troppo mammona, troppo attaccata a me. Ma bastava che la prendessi in braccio o la mettessi al seno, e tutto passava.
Magari non potevo fare nulla senza di lei, ma almeno, con lei in braccio, non piangeva.
Si calmava.
Eva, l'opposto. Non voleva stare in braccio. Neppure per dormire o per il latte.
A lei bastava metterla giù e darle qualcosa da smontare o distruggere e lei si distraeva.
Ecco con lei ...mi dovevo preoccupare quando non la sentivo perchè sicuramente mi stava combinando qualche danno.
Ma Ettore no.
Non si calma in braccio.
Non si calma in terra.
Non mi posso allontanare. Se gli dico dico o non gli do quello che lui indica o pretende, sono pianti.
Piange e si dimena come un serpentello.
Sguscia via, si butta per terra.
E anche se lo accontento si calma per un minuto e poi cambia il suo interessa e ricomincia a piangere.
E se si addormenta? Si sveglia strillando.
Forse non sbaglia quando il suo papà lo definisce un ... (sorvoliamo ancora!).
E proprio oggi, mentre aspettavamo che il papà uscisse da un piccolo intervento, quando lui stava per salutarlo nel solito modo, il piccolo Ettore l'ha guardato e per la prima volta ha esclamato a gran voce: PAPA'!!!
Bello il mio topo piangione!
PS: Questo post non è una ricerca di soluzioni. Non voglio gocce miracolose, il bimbo non è malato, non voglio consigli. E' così e mi sta benissimo così :)
E' solo uno sfogo simpatico!