venerdì 30 dicembre 2011

Tempo di bilanci


Ormai quest’anno è quasi terminato ed è arrivato il momento di tirare le somme.

L’anno è iniziato nel migliore dei modi, il 4 Gennaio è nata la mia piccola Eva. E tra meno di una settimana compirà già un anno! Una bambina vivace, un po’ pigra (non ne vuol sapere di camminare, né di parlare!), ride spesso con la bocca spalancata ma piange altrettanto spesso.
Diana invece a settembre ha iniziato la materna a soli 2 anni e mezzo. E devo ammettere che è stato proprio un successone, non me lo aspettavo proprio! Ed è anche diventata una chiacchierona! Inoltre adora fare i puzzles, contrare fino a 50 (più o meno) e conosce tutto l’alfabeto!

Ma purtroppo quest’anno ci sono stati anche tanti episodi che preferirei dimenticare tra cui il ritorno dei miei attacchi di panico, la mia operazione a marzo (fortunatamente risolta nel migliore dei modi), il mio rientro al lavoro, malattie e influenze varie, ricovero di Eva in ospedale, capricci di Diana per mangiare, per dormire e per mille altre cose, litigi con il papà che vorrebbe una bambina perfetta (senza considerare che è ancora una bambina!), etc.

Beh, diciamo che è stato un anno molto pesante e stressante sia dal punto di vista fisico che mentale. Però siamo ancora qui. E considerando il tutto, posso ancora dire di considerarmi molto fortunata di avere un famiglia speciale fatta due bimbette teppiste e un marito brontolone adorabile.

Buon 2012 a tutti!

domenica 25 dicembre 2011

Ti senti impotente quando...


Ti senti impotente quando tua figlia ha 39.6 di febbre e tu non puoi fare nulla. 
Ti senti impotente quanto chiami la pediatra e ti dice, aspetti un paio di giorni e le dia la tachipirina.
Ti senti impotente quando, con questa febbre, la vesti e la porti dalla baby sitter con la sorella per andare a lavorare, non hai scelta.

Ti senti impotente quando la mattina dopo ti alzi con un forte dolore al petto ma decidi comunque di andare al lavoro e di riportare le bimbe dalla baby sitter.
Ti senti impotente quando, una volta arrivata al lavoro, cominci a stare male, non reggerti in piedi e tremare. E allora decidi di prendere la macchina e di tornare a casa, sperando di recuperare prima di sera per andare a riprendere le piccolette.

Ti senti impotente quando tornando a casa ti rendi conto che stai proprio tanto male e alla fine decidiamo di lasciare le bimbe a dormire dalla baby sitter per il loro bene, visto che non riesco ad alzarmi da letto. Per fortuna che stanno bene dalla  loro tata e sembrano stare meglio...
Ti senti impotente a vedere la casa così silenziosa senza i loro capricci e le loro risate e i lettini vuoti.

Ti senti impotente quando la mattina dopo chiami la baby sitter per sapere come stanno tentando di recuperare un po’ le forze e ti dice che Diana ha di nuovo 39.6 e pure Eva ha di nuovo la febbre.
Ti senti impotente quando alle 6 del mattino chiami i tuoi genitori che stanno in Toscana e gli chiedi di partire per venire ad aiutarti. Ti senti impotenti sapendo che anche loro non stanno bene e nonostante questo, partono subito per venire ad aiutarmi.

Ti senti impotente quando dopo quasi una settimana ancora le bimbe non stanno bene.
Ti senti davvero impotente quando qualcuno a cui vuoi bene sta male e quando non riesci ad aiutarla perché stai male anche tu.

Beh, sintetizzando, questo è stato il mio Natale.
Oggi Diana sta finalmente bene, Eva ancora febbre alta e siamo tutte e tre sotto antibiotico con il papà che ci cura tutte!

Auguro un Buon Natale a tutti.

mercoledì 14 dicembre 2011

Una brutta esperienza che fa riflettere


Venerdì sera, rientriamo a casa e Eva un po’ nervosetta. 38,5° di febbre.
Va beh capita, sempre nel fine settimana, ma capita.
La mattina dopo ancora febbre e nel pomeriggio, nonostante la tachipirina, arriva oltre 39,5. Visto che nel week end non ci sono i pediatri, decidiamo di fare un controllino al pronto soccorso,ma c’è il blocco del traffico a Milano! Va beh, aspettiamo le 18 e andiamo.
Arriviamo alla clinica de Marchi, ci sono un sacco di bambini, facciamo l’accettazione e aspettiamo li con Eva bollente e Diana che gioca con tutti i giochini che trova.
Finalmente, dopo oltre 2 ore ci tocca.
Entro piuttosto serena, mi aspettavo il solito controllo, la prescrizione di un antibiotico e che ci spedissero a casa.
Invece la serata è andata un po’ diversamente.
Appena entrate vedono la febbre elevata e la spogliano lasciandola in body. Le fanno tutti i controlli e poi mi chiedono se posso farle un prelievo del sangue. Oh mamma.
Accetto, non ho molta scelta.
La piccola strilla, la vena non si trova, la piccola si agita, io mi agito! Ok, trovano la vena, ma la febbre è troppo alta e il sangue è troppo denso. Tutto da rifare. Così per circa un’ora.
Alla fine ce la fanno, ma la febbre è molto alta. Allora ci dicono che ci tengono la notte in osservazione.
Devo dirlo al papà, ma soprattutto devo dirlo a Diana.
Esco un attimo, e le spiego tutto. Non la prende benissimo, ma alla fine decide di andare a casa con il papà. Tanto noi al più la mattina ci avrebbero mandati a casa.
Rientro un po’ triste, Eva sta male, Diana mogia. Che bel sabato sera.
Alla piccola le fanno impacchi con il ghiaccio e ci danno un letto al pronto soccorso per passare la notte.
Non so se avete mai passato una notte al pronto soccorso pediatrico, io no. E’ stato traumatico.
Bambini che strillavano dal dolore, un bambino con il piede rotto, una bambina con una cicatrice sulla pancia, bambini di pochi mesi con flebo. E come ultima cosa che mi ha scioccato un ragazzino di 14 anni ricoverato per abuso alcolico a cui hanno dovuto fare di tutto e ha rischiato di andare in rianimazione!
La notte passa alla meglio. Eva, forse acciocchita dalla febbre, dormicchia. Finalmente arriva il mattino e arrivano i medici per i controlli.
Le attaccano un cerottino al piede che misura le pulsazioni e la saturazione dell’ossigeno.
Inizio a vedere delle facce strane e non capisco.
‘Tutto bene?’ - chiedo.
‘La piccola respira male, così non possiamo dimetterla. Le facciamo una lastra’. Intanto le mettiamo l’ossigeno e le diamo il cortisone.
Dopo poco il responso: broncopolmonite.
Oh mamma! E pensare che eravamo venuti solo per un controllino! Ero senza parole, non sapevo che dire, che fare. Ero convinta di andarmene a casa, invece…
Ci trasfericono al reparto.

Ho passato 3 notti in ospedale.
Sono entrata credendomi sfortunata.
Eva ha passato di tutto, flebo in vena, cure, svegliata di notte, visite varie. Io non ho dormito né mangiato molto. Eva era spaventata.
Diana non poteva entrare al reparto e vedere la sorella. Chiedeva di lei, la vedeva tramite un vetro, come in un carcere. La sera veniva in ospedale e quando la salutavo si arrabbiava con me.
E’ stato terribile.

Ma dopo 5 minuti che ero lì mi sono sentita fortunata, molto fortunata.
In quel reparto c’erano bambini molto più gravi, c’erano bambini molto più piccoli, c’era il reparto pediatrico di fibrosi cistica.
Noi alla fine avevamo solo un principio di broncopolmonite e ce la siamo cavati in 4 giorni.
Molti altri bambini sono ancora là e ci faranno anche il Natale.

Che dire…Sono uscita e mi sono sentita fortunatissima!
Un augurio speciale a tutti quei piccoletti!

venerdì 9 dicembre 2011

La figlia imperfetta


Ciao cara mamma, queste righe sono per te.

Il nostro rapporto non è dei più sereni. Forse non sono la figlia che tu vorresti. Non sono venuta come mi avresti voluto tu.
Non amo troppo le smancerie, non sono attaccata alle tradizioni, fuggo dalla famiglia, sono aggressiva, sono solitaria.
Lo so.
Non riesco proprio ad essere come mi vorresti tu. Ma che ci posso fare? Sono fatta così.
Mi dispiace mamma.

Ma non credere che tutte le famiglie felici di cui mi parli siano perfette.
Tutte le famiglie hanno i loro piccoli difetti. Da fuori possono sembrare perfette e  senza problemi, ma vorrei davvero vedere se anche loro non hanno le loro scaramucce e i loro problemi. Ma anche supponendo che loro siano perfette, io non lo sono.

Sono io tua figlia, quella che ti fa arrabbiare, che se non ti sta vicina e che non ti tratta come vorresti.
Mi dispiace mamma.

Ma io sono così.
Questo però non vuol dire che non ti voglio bene!

Accettami così mamma.