sabato 28 marzo 2015

Part time: un lusso che non ho.

Part time: un lusso che non ho.

Oggi sono un po’ giù.
Si sta avvicinando sempre più il momento in cui dovrò prendere una decisione:
rientrare al lavoro o licenziarsi.

Eh già, la scelta non è facile.

Tutti ovviamente mi dicono di non licenziarmi.
E ammetto che mi devo ritenere fortunata ad avere un lavoro e anche buono.

Ma purtroppo è un full time.
In pratica lascio i bimbi la mattina alle 8 e se va bene, li rivdo la sera alle 20.

Piango spesso. 
Qualsiasi decisione prenderò sarà sbagliata.

Eh, già.
Nessun aiuto. Nessuno sconto.
O tutto o niente.

Si parla tanto di conciliazione famiglia-lavoro, ma se chiedi un part time ti ridono in faccia.
“Ah, però se ti licenzi e ti metti in partita IVA possiamo parlarne…” – questo mi era stato detto dal precedente capo del personale.
E ammetto che se fosse ancora valido forse adesso lo farei.

Ma di fatto a breve la scelta si dovrà fare.
MI licenzio o full time.

Anzi, tanto perché vogliono incentivare il lavoro delle donne madri, se ti licenzio entro l’anno di età del bambino ti danno pure la disoccupazione.
Eh già, ti danno i soldi se ti licenzi!!!
Invece il part time no!

Ma dove sono le politiche di conciliazione lavoro famiglia?
MI sono persa qualcosa?

Non ti licenziare. I soldi servono.
E’ vero. I soldi servono.
Ma chi accompagna la bimba a ginnastica? O chi l’aiuta a fare i compiti?
Chi vede i primi passi di tuo figlio?
Chi li vede crescere?

Non io.
Neppure i nonni.
Non io , non mio marito.

Già, ma se smetto di lavorare forse non ci sono i soldi per le attività.
 Già ma almeno stanno con la mamma.

Dov'è la scelta giusta?
Morire dentro, rinunciare a vivere, far crescere i tuoi bambini da qualcun altro o vivere con un po’ di rinunce ma magari felici?

Tutto questo non ci sarebbe se il part time fosse un diritto…e non un lusso!


giovedì 5 marzo 2015

'Ti sei riposata un po' mamma?'


Ore 6.45, sabato mattina. 
Ettore si sveglia strillando dopo l'ennesima notte in bianco.
Il papà si alza per andare in bagno.
Le sorelline sentono il fratellino piangere, si alzano entrambe e vengono nel lettone.
Il papà, tornando in camera, nota l'affollamento e scappa a dormire nella cameretta.

Io attacco il piccolo al seno, con le occhiaie e gli occhi semi chiusi chiedo alle bimbe di dormire ancora un po'.

'Vi prego...è sabato! Vi prego...ho bisogno di dormire'!

'Mamma andiamo giù?Andiamo a giocare? dai!!'

'Diana, tu sei grande. Fate una cosa. Andate voi in sala a giocare, la mamma dorme ancora un pochino, va bene?'.

...e succede il miracolo!

Diana parla con la sorellina, in silenzio si mettono le ciabattine e la vestaglia, escono dal letto e scendono in sala.
Diana accende la tv, alza la tapparella e si mettono a giocare in silenzio.
Senza urlare, senza litigare.

Non è normale. Non mi sembra vero.

Fatico a rilassarmi, Eva da sola e senza controllo in sala, ma il sonno è troppo.
Ma c'è Diana. Ma Eva potrebbe fare qualche danno, farsi male...
Ma il sonno prende il sopravvento.

Improvvisamente alle 9 apro gli occhi e capisco che è successo.
Mi alzo velocemente e scendo in sala a controllare sperando che sia tutto a posto.

E le trovo li, che giocano tranquille.
Il papà ancora dorme in cameretta.

E Diana mi guarda e mi dice 'Ti sei riposata un po' mamma?'

Le mie bimbe ...sono grandi!
Sono diventate due splendide donnine!
Le mie angiolette!