mercoledì 8 febbraio 2017

Io? Speriamo che me la cavo!

Ve lo chiedete mai? Starò facendo un buon lavoro?

Io si, tutti i giorni.

Parlo del lavoro di genitore.
Del lavoro di mamma e di educatrice.
Del lavoro di amica e di confidente.
Parlo del lavoro di crescere su tre personcine che dovranno diventare due donne e un uomo.

La posta in gioco è alta, sono le loro vite.

Io mi ci impegno, provo a leggere, a documentarmi.
Faccio errori (tanti errori!), chiedo consigli, li valuto e scelgo quelli che mi sembrano i più adatti per i miei figli.
Tento di ascoltarli, di percepire il loro malessere, di renderli felici.

Ma sbaglio. Sbaglio comunque.
Spesso passo per una mamma ansiosa.
E forse lo sono anche, perché no.
Anche se sono molto migliorata dal primo figlio ad oggi!

A volte vedo fuori bambini perfetti, puliti ed educati, ubbidienti.
E poi vedo i miei, mi sembrano sempre in disordine, sempre in movimento, mi ritrovo ad urlare per farmi ascoltare e spesso non serve a molto.

Uso metodi diversi con i miei tre bambini: non sono uguali.
A volte punisco, a volte li premio, a volto li ignoro, a volte li coccolo.
E quello che faccio con un uno non funziona con l'altro.
Non c'è verso. Stessi genitori, tre caratteri decisamente unici tra loro.

Ma comunque, qualsiasi cosa faccia, c'è sempre qualcuno che ti dice che sbagli, che avresti dovuto fare in un altro modo. C'è sempre qualcuno pronto a criticare, a insegnarti, a dirti come fare.

E allora mi faccio mille domande.

Starò davvero sbagliando? Starò facendo bene?

Non lo so. Non lo so.

Ma lo faccio con impegno e sopratutto lo faccio con amore.

Ormai sono diventata mamma quasi 8 anni fa  per la prima volta, eppure, nonostante un pochino di esperienza, spesso ancora ho dubbi su come comportarmi.
Non ho ancora le risposte su cosa sia giusto fare.
E non credo le avrò mai.

Nonostante le critiche, nonostante l'impegno.

E allora che posso fare?

Nulla.
Cercherò di fare il mio lavoro al meglio.
Scontrandomi e confrontandomi, ascoltando e sbagliando.

Ma continuerò a dare amore ai miei figli , sperando che prima o poi questo darà i suoi frutti.
L'amore prima di tutto!

Bambini miei, io mi sto impegnando!
Spero che un giorno ve ne accorgerete.
Solo il tempo mi dirà se sto facendo un buon lavoro o meno.

Aggiungo solo una cosa.
Spesso mi sento dire che mi faccio 'troppe seghe mentali'.
Forse è vero, ma ogni tanto, se provasse a farsele anche chi si crede il genitore perfetto, non sarebbe così male!

E in generale?
..io, speriamo che me la cavo!

lunedì 6 febbraio 2017

C'erano una volte le pagelle.



MI ricordo quand'ero bambina.
C'erano le pagelle.
Quelle scritte a penna e consegnate personalmente alla mamma.
Quelle dove non c'era solo un numero, freddo, sterile e impersonale.
Quelle che la maestra scriveva apposta per te.

Non come quelle di oggi.

Un giudizio pre-fatto di frasi standard.
Sembra che vengano prese da un sacchetto identico per tutti i bambini ed estratte a sorte.
Non una consegna, ma una schermata su un pc con un pdf da scaricarire.
Una tabella con tre righe per descrivere tuo figlio.

Quand'ero bambina le pagelle le consegnavano a mano ai genitori.
Non era solo un giudizio, era una tua storia.
C'era un racconto, c'era molto di più.
La pagella parlava.
La pagella era qualcosa che ti rimaneva, da custodire con cura.

C'ero fermento giorni prima del ritiro, l'attesa e la gioia una volta presa.
A leggerle le mamme versano lacrime (a volte di gioia, a volte...no).
Ma era una cosa personale.

E infatti, ancora ne conservo alcune.
Giusto oggi ne ho trovata una di quando ero in quarta elementare, e leggerla mi ha emozionato!


Non so, quand'ero bambina mi immaginavo l'emozione che avrei provato anch'io quando avrei preso la pagella dei miei figli.
E invece le vivo con un po' delusione.

Un'avviso sul quaderno ti informa che dal 6 sono disponibili sul registro elettronico.
Già, oggi le pagelle sono sul registro elettronico.
Il giorno dopo un'assemblea generale e solo per chi vuole, c'è la maestra per approfondire il giudizio.
Il giudizio è molto standardizzato. Cioè è differenziato per ogni bambino, ma non in modo libero.
Sono usate sempre e solo le stesse frasi. O almeno così mi sembra.
Tutto molto asettico.

Quindi, apro il registro elettronico.
Eccole qui. Brave le mie bimbe. Davvero.

Bene, le pagelle vanno bene, più o meno. I giudizi ci sono.
Fatto.

Però non mi hanno passato chissà quale emozione.
Nessun coinvolgimento.

Quei numeri freddi e questi giudizi impersonali, per quanto belli, ma così...STERILI.

Quanto mi mancano le vecchie pagelle!

(



Nelle foto la mia vecchia pagella!)

venerdì 3 febbraio 2017

Troppo sensibile, è il turno di Eva!

Parliamo di gestione delle emozioni. Parliamo di Eva, la mia piccolina. (Ok, non è più la piccola di casa, ma per me è sempre la mia piccolina!) Lei è sempre molto 'esuberante'. Ha un carattere esagerato, va dal riso isterico al pianto disperato, salta, corre, esplode, non ha pazienza, non sta ferma. Un minuto prima ride, poi si arrabbia, poi ride ancora. Litiga con la sorellina e poi le fa un regalo. Ha un'animo decisamente generoso, il mio piccolo uragano. E' decisamente estremante sensibile. Anche lei, troppo sensibile. E oggi eravamo a pranzo. Io nervosa come sempre. Ettore stai seduto, Diana non giocare con il mangiare, Eva ..mangia! Ultimamente mangia poco, sempre meno. Quando esce da scuola è sempre stanca e nervosa, la notte piena di incubi, paura del buio, delle api, della morte, e tante altre. Lei che ha sempre sfidato tutto! Va beh, torniamo al pranzo. Eva mangia! Eva ..ti prego, mangia qualcosa! Niente, alla fine, dopo aver provato con le buone, dopo aver provato con le minacce, dopo aver provato tutto per farla mangiare, poco prima di togliere il piatto per buttare tutto.. ho avuto la Brillante idea di dire: - Quando ero piccola, se buttavamo via il cibo, ci ricordavano dei bambini del Biafra che muoiono di fame. Avevo un sguardo triste e rassegnato. Forse ero semplicente sovrappensiero. Ero distratta. Diana, la più grande mi guarda e mi chiede perché muoiono di fame, perché non mangiano, chi sono, come possiamo aiutarli. Io inizio a parlare con lei, a darle spiegazioni. Non curandomi più di Eva, involontariamente. Ad un certo punto, mi accorgo che la piccola esplode in un pianto fortissimo, lacrime e singhiozzi! Inizia a tremare, non riesce neppure a parlare. 'Eva che c'è? Che ti succede? Calmati, dimmi che succede!' Non importa se non mangi il riso, mangiamo qualcos'altro, calmati! Appena riesce ad aprire bocca, sempre tra i singhiozzi, percepisco le parole "Sto malissimo per quello che hai detto, io non voglio che quei bambini muoiano di fame, non voglio che muore nessuno!!!" Mi sono sentita spiazzata, non sapevo che fare! Non avrei mai pensato ad una reazioni simile. L'ho abbracciata e solo aspettato che si calmasse. Piccola patatina mia, non volevo farti soffrire! http://blogprimaesperienza.blogspot.it/2014/02/e-troppo-sensibile.html