Ieri sera, dopo l’ennesimo inutile tentativo di far
addormentare Diana, mi dice.
'Mamma non voglio dormire'.
'Ma perché?'
'Perché domani mattina fatico a svegliarmi se dormo. Se invece non dormo...'
'Ma perché?'
'Perché domani mattina fatico a svegliarmi se dormo. Se invece non dormo...'
Ora, battuta a parte, che ammetto non mi aspettavo, in
realtà è come se avesse proprio paura di dormire.
Non è mai stata una dormigliona, mai dormito il pomeriggio e
spesso si sveglia ancora adesso la notte.
Ma quello che non capisco è come mai ha così paura di dormire? A cosa
posso associare questa sua paura?
Perché ha paura ad addormentarsi, sia da sola che con me?
La piccola non ha mai avuto questa avversione, si addormenta
in camera sua al buio.
Diana si addormenta con me, con la lucetta accesa, e con
almeno uno o due peluche, con il suo cuscino preferito e avvinghiata al mio
collo.
Leggendo qua e là vedo che il problema è piuttosto comune
nei bambini.
Però questo non mi aiuta.
Come posso aiutare Diana?
Sto notando che questo ‘problema’ è meno accentuato quando
passa più tempo con me.
Cioè, se non vado al lavoro e stiamo insieme, la sera si
addormenta abbastanza facilmente.
Se invece vado al lavoro
e torno la sera, giusto in tempo per la cena, allora è come se dovesse
recuperare e non vuole dormire. E’ più nervosa e intimorita.
Cerca di spostare sempre più avanti il momento della nanna.
E la notte è spesso agitata.
Cerco di rassicurala in tutti in modi.
Sa che dorme in camera con la sorellina e se si sveglia di
notte, basta che mi chiami e la mamma arriva.
Lo sa.
E lo faccio. Sempre.
Sa che si sveglia e vuole venire nel lettone ce la porto.
Ma il problema non è quando si sveglia.
E’ proprio convincerla a rilassarsi e dormire.
A volte arriva proprio a piangere che non vuole dormire.
Mi sdraio con lei, la abbraccio, le dico che la mamma è li
con lei.
Non la sgrido.
La accarezzo.
Se vuole qualche pupazzo glielo porto (gliene ho concessi
solo 2 per notte e li sceglie ogni sera – se fosse per lei dormirebbe con tutti
i suoi peluches!).
Ma, anche quando cede, la vedo proprio ‘terrorizzata’ dall’idea
di dormire.
Eppure abbiamo stabilito un orario per la nanna e cerchiamo
di rispettarlo sempre.
Abbiamo il nostro rituale: prima latte con cartoni, poi denti, poi nanna la sorellina, poi la scelta dei pupazzi, poi si fa la nanna.
Abbiamo il nostro rituale: prima latte con cartoni, poi denti, poi nanna la sorellina, poi la scelta dei pupazzi, poi si fa la nanna.
Insomma, qualcuno ha qualche suggerimento per me?
Per mitigare questa sua fobia?
Mia figlia Francesca fa le stesse cose, la sua non è paura di dormire, mi da l'impressione che abbia paura di perdersi chissà cosa, come se mi dicesse con gli occhi: ma non puoi mandarmi a dormire proprio ora, ho ancora un sacco di cose da fare!
RispondiEliminae di solito anche a lei capita quando durante la giornata trascorre poco tempo con me
Arianna ha 7 anni e mezzo e ha paura di rimanere da sola sempre, anche quando va in bagno, Angelica ha appena compiuto i 3 anni e anche lei fa fatica ad addormentarsi. Anche Arianna intorno ai 4 anni aveva paura ad addormentarsi..... da quello che ho letto i bambini dai 3 anni in su iniziano a provare paura e per loro il sonno è un po' come "morire" anche se non realizzano la cosa in modo così preciso..... ricordo che quando ero piccola (sicuramente avevo più di 4 anni) mi addormentavo circondata dai miei pupazzi e bambole che mi difendevano da una serie di mostri che io avevo paura che venissero a prendermi durante il sonno e solo così mi sentivo protetta. Ho fatto la stessa cosa con le mie figlie e pare che funzioni, credono che i pupazzi gli facciano da cerchio magico che le difende dai mostri... la cosa ora riguarda più Angelica, Arianna, malgrado le sue paure riesce ad addormentarsi tranquilla, però anch'io tutte le sere mi addormento con loro nella loro camera, perchè arrivo cmq sfinita alla fine della giornata e certe volte devo essere molto risolutiva con Angelica, che a volte, se non le do degli out out, non cede. La cosa nel mio caso è indipendente dal fatto che io vada al lavoro o meno.
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