lunedì 27 gennaio 2014

Basta poco…




Basta poco per renderli felici.
Basta poco per deluderli.

Oggi, con mia estremo stupore, ho scoperto che per far felice Eva, e più in generale un bambino, basta davvero poco.
A lei è bastato prendere un pulmino per andare a casa della tata.
Lo stesso pulmino che tre anni prima aveva traumatizzato e spaventato la sorella, lo stesso pulmino che Diana non voleva prendere.

Beh, forse i tempi sono diversi, e anche i modi.
Diana aveva soli due anni e mezzo ed era sola. Già caratterialmente è sempre stata più timida e chiusa.
Oggi invece la sorellina Eva ha 3 anni, e con lei c’è Diana a rassicurarla.
Quindi, sicuramente non posso dire che abbiano vissuto la stessa esperienza.

Però Eva è felice come se l’avessi portata ad una festa.
Mi ha telefono (con la tata, ovviamente) e sembrava impazzita ed euforica:
‘Mamma, ho preso il pulmino! Mamma ho preso il pulmino’ – continuava a ripetere.
‘Ma lo sai che non c’è la cintura? Ma non sono caduta, sai Mamma?’
Neppure quando scarta un regalo è così eccitata!

Che dire… sentirla così felice mi messo di buon umore anche a me.

E pensare, che purtroppo basta pochissimo anche per deluderli.
Poco tempo infatti abbiamo festeggiato il suo compleanno, ma il papà era in America per lavoro.
La mattina della festa mi ha detto piangendo che lei non voleva la festa se non c’era il suo papà.
Non ho dato molto peso alla cosa. A parte un po’ di emozione, le ho detto che il papà non c’era ma che si sarebbe divertita con i suoi amichetti e che il papà era felice se lei avesse fatto la festa.
Quando qualche giorno dopo è rientrato il papà, gli è corso incontro piangendo con le manine a stropicciarsi gli occhietti umidi e chiedendogli scusa per aver fatto la festa senza di lui…


Sono davvero sensibili questi bambini!

Ce la farò?

Ok, dopo mesi di assenza dal lavoro, oggi rientro.
Sveglia, 6.45.
Colazione e poi si svegliano le bimbe. 
Nel frattempo vomito, come tutte le mattine da un mesetto a questa parte! 
Non ce la faccio più, ma mi faccio forza.

Intanto che loro sonnecchiano ancora e capiscono che è mattino, ne approfitto per truccarmi e vestirmi io.
Ora tocca a loro. Buttarle giù dal letto non è facile, ma alle fine , ce la facciamo.

Alle 8.30 sono già all'asilo.

Oggi riprendono il pulmino per andare dalla tata. 
Per  la piccola è la prima volta, è tutta eccitata. Io ovviamente invece sono preoccupata.

Salgo in macchina e mi rimetto nel traffico mattutino: lo ammetto,  non mi mancava per niente!
Entro in tangenziale e il camion davanti a me perde una ruota! Per fortuna la ruota dopo qualche minuto e dopo avere attraversato un paio di volte le corsie, si ferma senza causare nessun danno.
Arrivo al parcheggio della metro.  Prendo il pc sulle spalle.
Tra tacco, pancia e computer, la mia schiena ovviamente non ringrazia!

Scendo.
E mi ritorna quella sensazione di soffocamento che mancava da tempo. Per fortuna non è affollatissima. Appena entro mi riprende la sensazione di nausea, ma per fortuna passa presto, anche se gli odori non aiutano.

Finalmente alle 9.34 arrivo a San Babila, in ufficio, dopo 2 ore esatte da che ho lasciato la bambine!
 Due ore solo per arrivare in ufficio!!!

Non so se ce la posso fare…

Ed è solo l’inizio!

mercoledì 8 gennaio 2014

Chiamatemi pure...

Il terzo figlio?
Ma sei matta?
E’ capitato, vero?
Ma tu non ti rendi conto!
Ma sei un’egoista!
Sei pazza!
Oh poverina!!!
Ma come è potuto accadere?!?!

Queste sono alcune delle cose che mi sono state detto quando ho annunciato di essere in attesa del mio terzo figlio.
Ammetto, un po’ mi hanno lasciata imbambolata, un po’ stupita.

Poverina???
 Io sono felicissima!!!
Lo dico a tutto al mondo, ognuno dei miei figli/e è stato fortemente voluto, non sono errori, non sono capitate! Sono state desiderate! Non è potuto accadere per caso! E' stato cercato e desiderato!

Sono matta? 
Forse.

Sono egoista? 
Già metterne al mondo è un gesto egoistico, quindi anche due, e anche tre.
Se uno non è credente, e pensa che vivere non serve a nulla se non a morire prima o poi, allora mi chiedo, perché ne fate uno? Non ne fate, gli evitate inutili sofferenze.
Se invece si pensa che la vita sia una cosa semplicemente magica, un dono irripetibile, un viaggio fantastico, allora perché fermarsi ad uno?
Se  se ne fa un discorso religioso, ogni figlio è un dono di Dio (qualsiasi religione).

Fare un figlio E' una questione di egoismo. Ma già farne uno lo è .
Ma è anche  un  atto d'amore grandissimo.
Noi diamo a loro la vita, ma loro danno a noi UNA RAGIONE di vita!

Ma non mi importa cosa pensa la gente. Ho sempre desiderato tre figli, e se tutto andrà bene, presto questo sogno diventerà realtà.

Chiamatemi pure pazza. 
Chiamatemi pure egoista.
Chiamatemi pure come volete


…loro mi chiameremmo Mamma! 

PS: A tal propostito qualche giorno fa ho letto questo blog di un’altra mamma e l’ho trovato semplicemente perfetto!