mercoledì 8 ottobre 2014

Ettore con il botto!



Ebbene si, solitamente si raccontano i parti naturali dopo un cesareo. Raramente si parla di un cesareo dopo un parte naturale.
E invece capita!
E pure d’urgenza alla 41 settimana, dopo un parto indotto, con un travaglio avviato a 6cm di dilatazione, dopo ben due parti naturali.
Purtroppo capita.

Ed è così che è venuto al mondo il mio piccolo Ettore!

Ma facciamo un po’ d’ordine.
7 Settembre 2014. 41 settimane finite.
Il piccolo non ne vuole sapere di nascere e quindi mi ricoverano per indurmelo farmacologicamente.
La mattina saluto le mie bimbe e prometto loro di tornare a casa con il fratellino.
Prendo la valigia e con il papà ci dirigiamo in ospedale.
Sbrighiamo qualche pratica all’accettazione e mi fanno accomodare in una stanza, mi cambio e mi sdraio.

Dopo pochi minuti arriva la dottoressa e mi visita per decidere con quale metodo provare (rottura acque o altro).
Nulla il bambino è ancora molto alto, quindi decidono di provare con il gel.
Devo dire che fa subito effetto e dopo pochi minuti iniziano le contrazioni, ma qualcosa non va nel tracciato e ogni cinque minute ho le ostetriche e il medico in camere a controllare il tracciato. Non capisco molto, ma ogni tanto cala il battito del bimbo e poi si riprende. Però questo succede ad ogni contrazione.
Il medico mi dice chiaramente che per ora tentiamo il travaglio naturale, ma in caso di complicazioni mi avrebbero fatto il cesareo per evitare problemi al bambino.
Di fatto, il travaglio procede bene e in meno di due ore sono già in sala parto con 6 centimetri di dilatazione e la peri-durale fatta.
Io, grazie alla peri-durale, inizio a riprende un attimo fiato dalla fatica delle contrazioni fortissime che mi avevano tolto il fiato.
Ma di botto, vedo un’ostetrica che entra in camera tutta preoccupata e chiama subito il medico.
In un attimo mi trovo circondata da una decine di persone, tra medici, infermieri, anestesisti e non so chi altro.
Il battito del bimbo è sparito. La linea del suo battito sul tracciato cartaceo continua a scendere fino a toccare il limite inferiore sulla carta.
Io vado in panico! Guardo il papà, lui mi guarda ma non sa aiutarmi.
Inizio a piangere, qualcosa non va!
Qualcuno che inizia a urlarmi di respirare a bocca aperta per ossigenare il bambino, il bambino deve essere ossigenato!
Io, tra le lacrime, provo a fare quello che mi dicono.
Nel frattempo neppure mi accorgo che mi hanno già messo su una barella e mi stanno portando in sala operatoria d’urgenza.
Non facciamo tempo ad entrare, che sento che mi disinfettano la pancia. Ho paura, tanta paura!
In men che non si dica mi buttano un telo addosso, e sento tirare via dalla pancia qualcosa, ma non esce! Uno strattone più forte ed Ettore è nelle mani di un infermiere (credo!).
Me lo fa vedere solo un attimo e lo portano subito via.
Io mi sento soffocare, non respiro..e poi non ricordo più.
Ricordo che mi sono svegliata poco prima di uscire dalla sala operatorie e che, una volta uscita, mi hanno dato il mio piccolo, ma non riuscivo neppure a tenerlo perché avevo un braccio ancora completamente addormentato.
Allora il papà me l’ha avvicinato al seno, e mentre lui lo teneva, Ettore ha aperto la bocca e con gli occhietti chiusi ha iniziato a ciucciare.

E ho pianto ancora…ma adesso di gioia!

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