Ebbene si,
solitamente si raccontano i parti naturali dopo un cesareo. Raramente si parla
di un cesareo dopo un parte naturale.
E invece capita!
E pure d’urgenza
alla 41 settimana, dopo un parto indotto, con un travaglio avviato a 6cm di
dilatazione, dopo ben due parti naturali.
Purtroppo capita.
Ed è così che è
venuto al mondo il mio piccolo Ettore!
Ma facciamo un
po’ d’ordine.
7 Settembre 2014.
41 settimane finite.
Il piccolo non ne
vuole sapere di nascere e quindi mi ricoverano per indurmelo farmacologicamente.
La mattina saluto
le mie bimbe e prometto loro di tornare a casa con il fratellino.
Prendo la valigia
e con il papà ci dirigiamo in ospedale.
Sbrighiamo
qualche pratica all’accettazione e mi fanno accomodare in una stanza, mi cambio
e mi sdraio.
Dopo pochi minuti
arriva la dottoressa e mi visita per decidere con quale metodo provare (rottura
acque o altro).
Nulla il bambino
è ancora molto alto, quindi decidono di provare con il gel.
Devo dire che fa
subito effetto e dopo pochi minuti iniziano le contrazioni, ma qualcosa non va
nel tracciato e ogni cinque minute ho le ostetriche e il medico in camere a
controllare il tracciato. Non capisco molto, ma ogni tanto cala il battito del
bimbo e poi si riprende. Però questo succede ad ogni contrazione.
Il medico mi dice
chiaramente che per ora tentiamo il travaglio naturale, ma in caso di
complicazioni mi avrebbero fatto il cesareo per evitare problemi al bambino.
Di fatto, il
travaglio procede bene e in meno di due ore sono già in sala parto con 6
centimetri di dilatazione e la peri-durale fatta.
Io, grazie alla
peri-durale, inizio a riprende un attimo fiato dalla fatica delle contrazioni
fortissime che mi avevano tolto il fiato.
Ma di botto, vedo
un’ostetrica che entra in camera tutta preoccupata e chiama subito il medico.
In un attimo mi
trovo circondata da una decine di persone, tra medici, infermieri, anestesisti
e non so chi altro.
Il battito del
bimbo è sparito. La linea del suo battito sul tracciato cartaceo continua a
scendere fino a toccare il limite inferiore sulla carta.
Io vado in
panico! Guardo il papà, lui mi guarda ma non sa aiutarmi.
Inizio a
piangere, qualcosa non va!
Qualcuno che inizia a urlarmi di respirare a bocca aperta per ossigenare il bambino, il bambino deve essere ossigenato!
Io, tra le lacrime, provo a fare quello che mi dicono.
Qualcuno che inizia a urlarmi di respirare a bocca aperta per ossigenare il bambino, il bambino deve essere ossigenato!
Io, tra le lacrime, provo a fare quello che mi dicono.
Nel frattempo
neppure mi accorgo che mi hanno già messo su una barella e mi stanno portando
in sala operatoria d’urgenza.
Non facciamo
tempo ad entrare, che sento che mi disinfettano la pancia. Ho paura, tanta
paura!
In men che non si
dica mi buttano un telo addosso, e sento tirare via dalla pancia qualcosa, ma
non esce! Uno strattone più forte ed Ettore è nelle mani di un infermiere
(credo!).
Me lo fa vedere
solo un attimo e lo portano subito via.
Io mi sento
soffocare, non respiro..e poi non ricordo più.
Ricordo che mi
sono svegliata poco prima di uscire dalla sala operatorie e che, una volta
uscita, mi hanno dato il mio piccolo, ma non riuscivo neppure a tenerlo perché avevo
un braccio ancora completamente addormentato.
Allora il papà me
l’ha avvicinato al seno, e mentre lui lo teneva, Ettore ha aperto la bocca e
con gli occhietti chiusi ha iniziato a ciucciare.
E ho pianto
ancora…ma adesso di gioia!
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