giovedì 29 marzo 2012

Il sentimento dell’odio

Ieri leggevo, tanto per cambiare, un po’ di cronaca che ogni giorno occupa gran parte dei TG. Un ragazzo Gay seviziato fino alla morte, un camionista preso a bastonate perché ha sorpassato una mercedes, un marito che butta la moglie dal balcone, per non parlare delle violenze sulle donne e sui bambini e delle altre violenze di ogni tipo.
Non passa giorno che non ci sia almeno una notizia di questo tipo.
Ma come è possibile che ci sia tanto odio nell’essere umano? Perché arriviamo a questi livelli?

Purtoppo, anche nella vita comune, spesso si vedono esempi di ‘odio’ verso la collega o un’ex amica per i motivi più futili. Ma perché questo? Perché l’uomo non riesce a fregarsene e vivere felice senza essere invidioso necessariamente di qualcun altro?
A volte mi sembra quasi che ne abbia bisogno e si ricerchi qualsiasi scusa pur di avercela con qualcuno.

Sono convinta che l’odio derivi da un’insoddisfazione personale. Non siamo contenti di noi stessi, quindi cerchiamo di incolpare qualcun altro.

E ovviamente, poi penso alle mie bimbe.
Come farò a trasmettere a loro dei ‘sani valori’ e a farle crescere ‘sane’?
Riuscirò a fare in modo che loro siano felici di quello che hanno o al limite, di sapersi costruire la loro felicità senza necessariamente distruggere qualcun altro?

Spero tanto di si, ma solo il tempo risponderà…

venerdì 23 marzo 2012

Bugie


Non è un concetto semplice da spiegare a una bambina di 3 anni.
Come si fa a farle capire cos’è una bugia?
Già, perché da qualche giorno, non so se consapevolmente o meno, ma inizia a dire qualche bugietta!

Ieri sera ad esempio, la vedo a prendere e la baby sitter mi dice che ha mangiato un sacco, gnocchi, carne e mela.
In macchina le chiedo:
‘Diana, hai mangiato dalla Tata?’. Lei mi risponde no.
‘Neppure la mela?’. ‘No’.
‘E la carne?’. ‘Nooo!!!’.
‘Diana la Tata mi ha detto che hai mangiato gli gnocchi’.  ‘No mamma, la tata non me li ha dati gli gnocchi!’.

Allora ho provato a spiegarle che mi ha detto una bugia. E lei mi ha chiesto cos’è.
Beh..una bugia, è quando non dici la verità. Se hai mangiato e mi dici che non l’hai fatto, allora è una bugia.

Lei mi guarda un po’ sorpresa e mi sorride, ma non sono convinta che abbia capito.

Ma perché i bambini dicono le bugie? E in base a cosa decidono di dire bugie o verità?
Ho letto che sotto i 3 anni le bugie sono libere interpretazione della fantasia (beh, ieri sera infatti mi ha detto di stare attenta perché c’era una tigre in sala!), quindi più che normali nel loro sviluppo.
Ho trovato anche questa definizione che mi è piaciuta tantissimo
Le bugie sono una tipica espressione dell'animo infantile, cioè di un'energia creativa e magica cui sta stretta la realtà degli adulti, fatta invece spesso di luoghi comuni e di un modo limitato di vedere le cose.”…
Le bugie dei bambini sono figlie di questo mondo fantastico dove tutto può avvenire. Quando negano di aver mangiato la merendina, nascondono un oggetto che hanno rotto o inventano di aver finito i compiti, vorrebbero, come per magia,  accontentare contemporaneamente se stessi e i genitori. Il "far finta", la dissimulazione e le bugie sono quindi indispensabili. Si tratta di un adattamento alla vita, un modo per comunicare e per apprendere.”

Le bugie fanno parte del bambino e finchè lo vediamo sereno, non c’è nulla da preoccuparsi.
Il problema delle bugie sorge solo quando l'alterazione della realtà presente nei loro racconti nasce da traumi, ansia, forte paura di non essere accettati. In questo caso, e solo in questo caso, occorre indagare più a fondo. Anche in questi casi, non sono le bugie in sé il problema, anzi essa è un campanello d'allarme prezioso per un problema che sta a monte
Molto interessante e ricco di spunti ho trovato questo articolo:

lunedì 19 marzo 2012

...quel desiderio che cresce dentro te

Figli:
Da 0 a 1: come cambia per noi
Da 1 a 2: come cambia per lui e per lei


Da 0 a 1: come cambia per noi
Una coppia, 0 figli. Due persone che si completano, che non posso fare a meno l’uno dell’altro. La casa pulita e ordinata, arrivi a casa alle 10 di sera dopo un aperitivo a Milano con amici e ti puoi mettere a guardare un film con tutta serenità bevendo qualcosa sul divano. Il fine settimana puoi organizzarti anche all’ultimo minuto per decidere dove andare, prendi la macchina e vai. Una gita fuori porta, un cinema, una cena fuori senza impegni di alcun tipo. La mattina hai tempo per preparati con cura, stando attenti al trucco e al vestito giusto, i capelli a posto, la colazione senza fretta. Esisteva il tempo per la palestra e per qualsiasi svago.

Poi…quel desiderio che cresce dentro te, dentro la coppia, un desiderio irrefrenabile e all’improvviso la famiglia si trasforma e nasce una piccoletta. Un’esserina dolcissima che ti sorride e che ti dà molto, ma che allo stesso tempo ti domina, ti risucchia tutte le forze. Quell’esserino tanto piccola e indifesa, tanto desiderato, all’improvviso monopolizza il tuo tempo, la casa e la coppia. I film tranquilli o gli aperitivi sono un ricordo,  non ho più tempo neppure per respirare. Eppure senti che è la tua vita.

Da 1 a 2: come cambia per lui e per lei
E nonostante tutto ciò, quel desiderio di allargare la famiglia torna ancora. E all’improvviso nasce un altro esserino, un’altra piccola intrusa che ti guarda con quegli occhietti innocenti. E quel poco tempo che era rimasto  almeno al papà, sparisce. Se con un bambino lui aveva ancora un po’ di respiro, adesso lui finalmente capisce che il tempo è ridotto allo zero. I fine settimana passati puntualmente con malattie che si presentano il venerdì sera. Tutti i programmi saltano. Mentre la mamma cambia il culetto alla piccola, il papà fa mangiare la grande,  mentre la mamma fa dormire la grande, il papà culla la piccolina e così via.
E la grande inizia a capire che la sorellina le ruba un po’ del suo tempo. E iniziano i capricci e le prime gelosie e le ripicche. Quindi tu, genitore, che li ami entrambi incondizionatamente, fai di tutto per fare in modo che la grande non senta la carenza di attenzione nei suoi confronti e che la piccola non ne risenta. E intanto ti spremi sempre di più per assecondare i loro bisogni e i loro desideri e ti sciogli quando ti fanno un sorriso o ti abbracciano.

E nonostante tutto ciò..quel  desiderio di maternità e di famiglia

giovedì 15 marzo 2012

Ricordi di bambina


Ripensavo a quando ero bambina e quali episodi della mia vita riesco a ricordare.
Ricordo alcune scene come se fossero fotografate nella mia mente già da quando avevo 3 o 4 anni, ma solo piccoli eventi. Poi inizio a ricordare più nitidamente da 5 – 6 anni, la scuola, gli amici, il mare.

Ricordo che avevo una vestaglia azzurra e gli occhi pieni di lacrime perché mia madre mi aveva tagliato i capelli a zero, oppure sempre in lacrime perché mio fratello aveva mangiato l’ultima oliva che sapeva che avrei voluto io. Ricordo quando io e mio fratello ci siamo presi la varicella e mia madre ci ha ricoperto di talco mentolato. Ricordo mio padre esausto dal lavoro che si addormentava sul tavolo subito dopo cena, esattamente come mio nonno. Ricordo che quando pioveva doveva uscire sul balcone a fermare gli stoini delle finestre. Ricordo gli odori di cucina a casa di mia nonna quando preparava un sugo tutto suo e ci faceva la borsa della spesa. Ricordo le gite che facevo con mia madre i lunedì, ricordo la settimana bianca con i miei genitori e i miei cugini. Ricordo all’asilo quando facevo le recite vestita da angelo o quando facevamo il vino con le mani. Ricorda la mia nonna e la gita a Parigi con le pentole. Ricordo…Eppure non ricordo tutto.
Alcune cose le ricordo nei minimi dettagli, altre completamente cancellate, altre ancora confuse e mescolate nella mia mente.
Mio marito dice invece di non ricordare nulla di quando era bambino e di avere i primi ricordi solo intorno ai 10 anni.
Chissà cosa si ricorderanno le mie bambine  e da quando inizieranno a ricordare. Se si ricorderanno i miei abbracci, le coccole che puntualmente mi chiedono, i dispetti che si fanno tra di loro.
Perché la memoria funziona in modo così diverso su ognuno di noi? Da cosa è determinato la selezione del singolo ricordo nella nostra mente, piuttosto che la sua cancellazione?
Ho trovato un articolo (http://www.ecplanet.com/node/1871) dove si dice che si inizia a ricordare già da 2 anni, ma che spesso da adulti si ha un’amnesia totale dell’infanzia.
Secondo Sigmund Freud  la dimenticanza e l'oblio di alcuni ricordi è legato a meccanismi di difesa, quali la repressione e la rimozione, mettendo in evidenza il processo di allontanamento attivo dei contenuti minacciosi, che tendono a rimanere inconsci (ovvero, difficilmente recuperabili).

Che mistero la mente umana!

Un sorriso non dura che un istante, ma nel ricordo può essere eterno.” - Friedrich von Schiller

Alcuni approfondimenti:

giovedì 8 marzo 2012

A volte


A volte mi sento inadeguata.
A volte mi sembra di avere poco o nulla da condividere con le persone  che mi circondano, mi sembra che tutto quello che dico sia fuori luogo o di poco interesse per gli altri.
A volte sento la necessità di isolarmi, vorrei non vedere tutti intorno a me  ma vorrei poterne sceglierne solo due o tre.
A volte mi rendo conto che non ho argomenti di discussione comuni alle mie amiche e/o colleghe e non ne capisco il motivo.
A volte mi chiedo: ma cosa ci faccio io qui? Mi sento diversa. Sono diversa.
A volte vorrei essere trasparente e vorrei che gli altri non mi vedessero.
A volte...

Forse questo è un pensiero comune a molte persone, chi lo sa. Eppure ultimamente mi capita spesso. 

lunedì 5 marzo 2012

La formazione del carattere

Ieri  mi chiedevo se il carattere del bambino è in parte predeterminato già prima della nascita o se è completamente influenzato dagli agenti esterni (genitori, scuole, amicizie e altro).
Ero convinta che il carattere si formasse dal momento della nascita a poco a poco, a seconda degli stimoli esterni che avrebbe ricevuto e, in parte, ne sono ancora convinta.
 
La cosa che invece mi ha fatto cambiare parzialmente idea è che da qualche giorno vedo le mie piccolette con solo due anni di differenza, cresciute nello stesso ambiente (stessi genitori J , stessa baby sitter, stessi amici) che hanno, di base, un carattere fortemente diverso.
La piccolina è testarda, non ha paura di nulla, è sempre socievole con tutti e mangia qualsiasi cosa.
La grande è mammona, fifona, non assaggia nulla di nuovo e mangia poco volentieri, è distaccata con chi non conosce.

Di Diana mi hanno sempre accusata che è fifona per colpa mia ( io in effetti ho paura di qualsiasi cosa), ma allora perché anche Eva non è diventata paurosa?
E questo è solo un piccolo esempio. Hanno abitudini diverse sul sonno, sui giochi e su mille altre cose.

A questo punto mi sono detta: ok, l’esterno forma gran parte del carattere, ma di sicuro esiste un’imprint  predeterminato di ogni creatura che non è modificabile, che è intrinseco al bambino… forse genetico? Boh!

Cercando un po' d'informazioni ho trovato questa definizione:
Il carattere si costituisce come la risultante fra le disposizioni innate (temperamento) e l'effetto su di queste esercitato dall'ambiente, inteso come ambiente fisico, affettivo, sociale, educativo e culturale. Il concetto di carattere è, quindi, più ampio di quello di temperamento e più ristretto di quello di personalità. La personalità può essere definita la più o meno stabile e durevole organizzazione del carattere, del temperamento, dell'intelletto e del corpo di una persona: organizzazione che determina il suo adattamento totale all'ambiente. 

Quindi ho dedotto che quello a cui io mi riferivo è il temperamento. Il temperamento è quindi qualcosa di unico e non modificabile.

Però a conferma delle mie ipotesi iniziali ho trovato anche che il carattere è influenzato anche quello che accade nei mesi precedenti alla nascita, quindi è già influenzato prima di venire al mondo!

Secondo uno studio dell'università di Montréal, il carattere di ogni bambino è influenzato, oltre che dai geni presenti nel proprio patrimonio genetico e dall'educazione ricevuta, anche dall'ambiente perinatale.

Per ambiente perinatale, si intendono i cinque mesi precedenti e il mese successivo alla nascita; durante questo periodo, l'utero materno assorbe l'ambiente esterno e lo "trasmette" al nascituro. Gli stimoli come fumo, malnutrizione, stress e conflitti influiscono negativamente sullo sviluppo del nascituro, ed addirittura potrebbero essere causa di obesità infantile, diabete e malattie cardiache; inoltre i maschietti tendono a sviluppare una certa aggressività intorno ai due anni di età, che nel 7% dei casi può durare fino ai nove anni.

E infine, giusto per completare il quadro,  mi chiedevo se anche l’influsso dei pianeti abbia o meno qualche ripercussione sul carattere. Cioè, al di là dei segni zodiacali, io credo che effettivamente i pianeti, le fasi lunari e altro possano avere qualche impatto sul nostro umore e magari anche sul nostro carattere.
A questo proposito ho trovato questo articolo ” L´oroscopo della scienza "Carattere deciso dal sole"” (http://www.fondfranceschi.it/cogito-ergo-sum/loroscopo-della-scienza-carattere-deciso-dal-sole) dove si dice che:

Il mese di nascita influenza il carattere. Era ovvio per l´astrologia, ora lo è anche per la scienza. Ma lungi dal dare il suo avallo alla lettura degli astri, la ricerca della Vanderbilt University ottiene l´effetto contrario. In uno studio su Nature Neuroscience i ricercatori dimostrano che la quantità di luce assorbita nelle prime settimane di vita produce effetti indelebili sui neuroni ancora vergini dei bebè.

 Va beh, vi lascio anche qualche approfondimento!
Ciao! 

Come approfondimento, vi lascio qualche link: